Il racconto crea esperienze da ricordare e trasforma gli eventi in ricordi indelebili. Ecco perché sia un presentatore di eventi professionista, che un celebrante di matrimoni devono padroneggiare l’arte della narrazione.
Quando gli ospiti lasciano un evento, che si tratti di una convention aziendale a Milano, di una cerimonia simbolica di matrimonio in Toscana o di una serata di spettacolo, raramente ricordano i dettagli tecnici. Il design delle luci, la precisione dei tempi di transizione, persino la location elegante sfumano sullo sfondo. Ciò che rimane vivido nella loro memoria è come l’evento li ha fatti sentire, le connessioni che hanno sperimentato, la storia di cui sono diventati parte. Questo è il profondo potere della narrazione nella conduzione di eventi.
In oltre sedici anni di conduzione eventi in tutta Italia, ho assistito a come lo storytelling trasformi momenti ordinari in esperienze che risuonano a lungo dopo l’ultimo applauso. Non è semplicemente una tecnica da applicare, bensì è l’elemento fondamentale che dà significato a ogni incontro, sia che si tratti di rivolgersi a duecento dirigenti aziendali alla Pirelli Tower di Milano o di celebrare un’intima cerimonia di matrimonio con vista sul mare a Portofino.
L’architettura invisibile dell’esperienza

La narrazione negli eventi funziona come l’architettura: quando è ben realizzata, le persone non notano consciamente la struttura, ma ne percepiscono l’effetto. Avvertono il flusso, l’anticipazione crescente, la risoluzione soddisfacente. Senza questa architettura narrativa, anche l’evento più elaborato risulta frammentato, una serie di momenti sconnessi piuttosto che un viaggio coerente.
Nel mio lavoro come presentatore e celebrante, ho imparato che la narrazione funziona simultaneamente su più livelli. In superficie, fornisce continuità pratica: i ponti verbali tra i segmenti del programma, il contesto di ciò che sta accadendo e perché. Ma più in profondità, più potentemente, crea coerenza emotiva. La storia dà al pubblico il permesso di sentire, di investirsi nell’esperienza, di interessarsi ai risultati.
Questo diventa particolarmente cruciale quando si lavora attraverso lingue e culture diverse. Che si presenti in italiano o in inglese, ho imparato che la struttura narrativa trascende i confini linguistici. Un arco narrativo ben costruito, con la sua tensione, sviluppo e risoluzione, comunica significati che la pura traduzione non può catturare. Quando si conducono eventi aziendali internazionali o destination wedding dove gli ospiti parlano lingue diverse, la storia diventa il linguaggio universale che unisce tutti i presenti.
Eventi corporate: trovare la storia umana nelle narrazioni d’impresa
Gli eventi aziendali presentano una sfida unica: trasformare obiettivi di business in esperienze emotivamente coinvolgenti. Numeri, strategie, caratteristiche di prodotto sono elementi necessari, ma non intrinsecamente avvincenti. Il ruolo del presentatore è localizzare la storia umana all’interno della narrazione aziendale e portarla in primo piano.
Durante il lancio di un prodotto per un’azienda farmaceutica, la storia non riguarda le strutture molecolari o il posizionamento di mercato, ma riguarda i ricercatori che hanno dedicato anni alla risoluzione di un problema, i pazienti le cui vite cambieranno, il viaggio del team dal concetto iniziale alla realtà. Quando presento una convention per organizzazioni come Biocon, mi concentro sull’intrecciare questi elementi umani con gli obiettivi aziendali, creando una narrazione che faccia sentire le persone parte di qualcosa di significativo piuttosto che semplicemente partecipanti a una sessione informativa.
L’arte del corporate storytelling
I primi momenti di un evento aziendale stabiliscono il framework narrativo per tutto ciò che segue. Le informazioni che costituiscono l’housekeeping iniziale (io li chiamo “onori di casa”) come “Benvenuti, silenziate i telefoni, pausa alle 10:30” sono elementi concreti, ma non è detto che debbano essere sempre annunciati in modo banale. Uno storytelling efficace parte dal contesto che collega l’agenda della giornata a qualcosa di più ampio. Forse è la visione fondativa dell’azienda, una sfida che l’industria affronta, o l’evoluzione che riunisce tutti in questo momento. Questo radicamento narrativo trasforma un programma di presentazioni in un viaggio significativo.
Durante l’evento, ogni transizione diventa un’opportunità per rafforzare la storia centrale. Quando introduco uno speaker a una conferenza, cerco di andare oltre il semplice annuncio del nome e del titolo (a meno che non mi sia richiesto in modo specifico). Connetto ogni presentazione alla narrazione complessiva, riconoscendo come le intuizioni dello speaker precedente conducano naturalmente a ciò che verrà dopo, costruendo un senso di progressione piuttosto che di sequenza.
Le cerimonie di premiazione richiedono particolare attenzione narrativa. Il momento del riconoscimento può risultare basico oppure o genuinamente sentito, e la differenza sta interamente nello storytelling. Concentrandosi sulle azioni e qualità specifiche che hanno meritato il riconoscimento (dettagli reali, non elogi generici) il premio diventa parte di una storia più ampia su ciò che l’organizzazione valorizza e celebra.
Team building attraverso narrazioni condivise
Le attività di team building hanno successo in base all’efficacia con cui creano esperienze narrative condivise. Ho condotto numerosi team building, e lo schema è sempre il medesimo: le attività con elementi narrativi chiari generano un coinvolgimento più profondo di quelle presentate puramente come giochi o esercizi.
Quando i team comprendono di “abitare” insieme una storia (risolvere un mistero, superare una sfida, costruire qualcosa di significativo) il loro investimento si intensifica. Il framework narrativo dà struttura alla collaborazione, rende significativi i contributi individuali e crea punti di riferimento condivisi che i team portano avanti nel loro lavoro quotidiano.
Per team internazionali o ambienti aziendali multilingue, lo storytelling diventa ancora più essenziale. La narrazione fornisce un’impalcatura che aiuta tutti a sentirsi inclusi indipendentemente dalla competenza linguistica. Quando conduco dei team building in lingua inglese o italiana, osservo come la storia porti avanti il significato, permettendo ai partecipanti di comprendere non solo cosa stanno facendo, ma perché ciò è importante.
Cerimonie simboliche di matrimonio e le loro narrazioni
Come celebrante di cerimonie simboliche di matrimonio, approccio ogni script sapendo che alla base c’è già uno storytelling. La cerimonia è, dopotutto, il momento in cui la storia d’amore privata di una coppia diventa narrazione pubblica, testimoniata e celebrata dalla loro comunità. Ogni parola conta.
Il lavoro inizia molto prima del giorno della cerimonia, durante gli incontri o le call in cui ascolto i dettagli che rendono unica ogni relazione. Non solo i fatti (dove si sono conosciuti, da quanto tempo stanno insieme) ma i momenti rivelatori che mostrano il carattere. Le battute private, le sfide che hanno affrontato insieme, le abitudini quotidiane che definiscono il loro rapporto. Questi elementi diventano la base per uno script che risulta sia profondamente personale che universalmente risonante.
La cerimonia come viaggio narrativo
Una cerimonia di matrimonio segue una struttura riconoscibile che gli ospiti che vi assistono comprendono istintivamente: benvenuto, storia d’amore, voti, scambio degli anelli, dichiarazione. Ma all’interno di questo framework, ogni cerimonia deve raccontare la propria storia. Evito le frasi generiche e i sentimenti stereotipati che rendono ogni cerimonia uguale all’altra. Invece, il linguaggio dovrebbe essere coerente con ciò la coppia stessa direbbe, riflettendo la loro voce autentica.
Per i destination wedding in Italia (coppie che dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dall’Australia e altrove che scelgono location italiane per la celebrazione del loro matrimonio) la narrazione cerimoniale spesso intreccia tradizioni culturali multiple. Questi elementi non possono essere trattati come aggiunte esotiche, ma vanno inquadrate come espressioni significative dell’eredità e dei valori della coppia. Questo approccio narrativo aiuta tutti gli ospiti, indipendentemente dal background, a sentirsi connessi a ciò a cui stanno assistendo.
Il ritmo emotivo di una cerimonia richiede attenzione accurata. Troppa intensità senza un attimo di respiro diventa opprimente; troppa leggerezza diventa inconsistente. La narrazione deve essere costruita fino al momento delle promesse dando spazio alla gioia e persino alle risate. Quando le coppie si scambiano le promesse, che sia in una location intima nelle campagne vicino a Roma o in un contesto ampio e sfarzoso vicino a Verona, l’emozione dovrebbe risultare guadagnata, non fabbricata.
Il ricevimento: narrazione emotiva e stilistica
Oltre la cerimonia stessa, il ricevimento di un matrimonio richiede un approccio diverso alla narrazione. Come Wedding MC, il mio ruolo non è creare narrazioni verbali che potrebbero rallentare il lavoro degli altri professionisti come la wedding planner, il personale di catering, i fotografi, eccetera. Invece, mi concentro sulla comunicazione chiara ed efficace di ogni segmento mantenendo coerenza emotiva durante la serata.
Questa è narrazione attraverso il tono, l’energia e lo stile, non attraverso descrizioni elaborate. Quando annuncio l’ingresso della coppia alla cena, la comunicazione è gioiosa e celebrativa, in sintonia con l’energia delle coppie che spesso entrano ballando su musiche che comunicano felicità. Quando introduco gli ospiti che faranno i discorsi, il tono si sposta verso un calore elegante e rispettoso, creando un’atmosfera in cui le persone si sentono a proprio agio nel condividere emozioni pubblicamente, cosa a cui la maggior parte non è abituata. L’annuncio del taglio della torta ritorna alla gioia, mentre l’apertura della pista da ballo richiede un’energia che incoraggi gli ospiti a scatenarsi.
Ogni annuncio comunica non solo informazioni ma il cambiamento di atmosfera ed emozione che definisce quel momento. Per i destination wedding con ospiti internazionali, adatto questa narrazione stilistica per onorare sia le tradizioni matrimoniali italiane che l’estetica scelta dalla coppia, assicurandomi che ogni transizione risulti naturale e allineata con la loro visione. La narrazione non è nelle parole stesse ma in come vengono pronunciate: creando continuità emotiva mentre si rispetta il flusso pratico della celebrazione.
Eventi di spettacolo: il presentatore come filo narrativo
Nelle produzioni di intrattenimento (spettacoli di varietà, presentazioni teatrali, performance dal vivo) il ruolo narrativo del presentatore cambia nuovamente. Qui, non sono l’attrazione principale ma il filo che connette elementi diversi in un’esperienza coerente.
Il modo in cui un’artista viene introdotto ha enorme importanza. Piuttosto che recitare una biografia, una presentazione efficace crea l’attesa raccontando una storia su ciò che rende speciale il numero che sta per andare in scena, a cosa sta per assistere il pubblico e perché questo momento è importante nell’arco più ampio della serata.
Gestire l’energia attraverso la narrazione
Gli eventi di intrattenimento di successo seguono principi narrativi classici: costruiscono tensione, creano picchi e valli di intensità, forniscono momenti di sollievo, e si muovono verso conclusioni soddisfacenti. Il presentatore progetto questo flusso energetico, scegliendo quando provocare eccitazione e quando dare un po’ di respiro affinché il pubblico elabori ciò che ha sperimentato.
Gli eventi dal vivo raramente si svolgono esattamente come pianificato. Sorgono problemi tecnici, i tempi si spostano, accadono momenti inaspettati. Uno storytelling forte abbraccia queste contingenze, incorporandole nella narrazione in corso piuttosto che trattarle come interruzioni. Questa capacità d’improvvisazione (che personalmente devo ad anni di esperienza nella conduzione di dinner show e spettacoli in teatri, locali e location di lusso come al Casinò di Venezia) trasforma potenziali problemi in momenti di autentica connessione con il pubblico.
Creare coerenza dalla diversità
Gli eventi di intrattenimento spesso combinano elementi disparati: musica, comicità, vari stili di performance. La narrazione del presentatore crea coerenza in questa diversità, aiutando il pubblico a comprendere ogni elemento come parte di un’esperienza più ampia piuttosto come che una raccolta casuale di esibizioni.
Ho scoperto che l’approccio più efficace coinvolge l’identificazione di fili tematici che collegano diverse performance, anche quando queste connessioni non erano esplicitamente pianificate. Questo potrebbe significare riconoscere toni emotivi comuni, approcci artistici complementari, o il modo in cui esibizioni diverse esplorano temi simili da angolazioni differenti. Queste connessioni, articolate attraverso transizioni ponderate, trasformano la varietà in unità.
Le fondamenta della narrazione efficace
Certi principi sottendono ogni storytelling di eventi di successo, indipendentemente dal contesto:
Preparazione profonda: Una narrazione efficace richiede comprensione approfondita dello scopo dell’evento, delle persone chiave coinvolti, della composizione del pubblico e dei potenziali punti di contatto emotivi. Questa preparazione non riguarda la memorizzazione di copioni, bensì riguarda l’interiorizzare la storia in modo approfondito perché la presentazione risulti autentica.
Voce autentica: Il pubblico risponde alla genuinità. Mentre eventi differenti richiedono toni diversi (una cerimonia aziendale di premiazione a Roma richiede un tipo diverso di energia, rispetto a una cerimonia nuziale intima nel verde dell’Umbria), ma la voce fondamentale rimane coerente. Nel corso degli anni ho compreso che il mio stile che combina eleganza con calore, professionalità con approccio umano, mi permette di adattarmi a contesti diversi senza artificiosità.
Dettagli specifici: Le affermazioni generiche creano momenti dimenticabili. I dettagli specifici e concreti rendono le storie memorabili e dimostrano una genuina attenzione. Piuttosto che “la coppia ama viaggiare,” la narrazione potrebbe riferirsi alla “loro tradizione di visitare un nuovo paese a ogni anniversario, e quella notte in Islanda sotto l’aurora boreale quando hanno parlato per la prima volta di matrimonio.” Questi dettagli non solo aggiungono colore, ma dimostrano cura.
Il potere della pausa: Il silenzio è tra gli strumenti narrativi più potenti, eppure non sempre le viene riconosciuto il giusto valore. Una pausa ben posizionata permette alle informazioni importanti di risuonare, costruisce l’attesa e dà al pubblico spazio per sentire le proprie emozioni. Per un presentatore, sentirsi a proprio agio con il silenzio, sapendo che la pausa serve alla storia, arriva con l’esperienza.
Risposta dinamica: Il miglior storytelling risponde all’energia del pubblico in tempo reale. Questo richiede consapevolezza costante: osservare i volti, notare i cambiamenti di energia, percepire il coinvolgimento profondo rispetto all’attenzione calante. Mentre si mantiene l’arco narrativo pianificato, aggiustamenti sottili (accorciare o espandere sezioni basandosi sulla risposta del pubblico) mantengono la storia viva e reattiva.
La dimensione culturale della narrazione
Lavorare come presentatore offre opportunità di narrazione e responsabilità uniche. Per eventi aziendali internazionali e destination wedding, il contesto culturale non è semplicemente uno sfondo, bensì è parte integrante della narrazione.
Quando le coppie dall’estero scelgono l’Italia per il loro matrimonio, non stanno semplicemente selezionando una bella location: stanno abbracciando cultura, estetica e tradizioni italiane. Il mio ruolo come celebrante e Wedding MC include tessere questi elementi culturali nella narrazione della cerimonia e del ricevimento in modi che risultino autentici piuttosto che di sola immagine. Questo potrebbe significare spiegare il significato di certi usi matrimoniali italiani agli ospiti internazionali, o incorporare elementi dalle culture della coppia accanto alle tradizioni italiane.
Per eventi aziendali che coinvolgono compagnie internazionali con realtà italiane, la narrazione deve fare da ponte tra aspettative culturali riguardo la formalità e il modo di porsi in modo appropriato. Uno stesso approccio potrebbe risultare professionale in un contesto culturale, troppo rigido in un altro, ed eccessivamente informale in un altro ancora. Anni di lavoro con aziende come AstraZeneca e Sanofi, e con istituzioni come il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, mi hanno insegnato a navigare queste sfumature, creando narrazioni che rispettano le differenze culturali mentre portano a un’esperienza condivisa.
Lo storytelling come impegno professionale
Dopo più di tre lustri di conduzione eventi in tutta Italia, da Milano a Roma, da occasioni private a iniziative internazionali, sono arrivato a vedere lo storytelling non come una tecnica ma come un impegno professionale. Ogni evento, indipendentemente dalla scala o dal budget, merita un presentatore che comprenda che stiamo creando il contesto narrativo che permette alle persone di sperimentare significato, connessione e gioia.
Questo impegno significa raffinamento continuo (userei il termine perfezionamento, ma la perfezione non si raggiunge mai). Studiare la struttura narrativa attraverso diversi media – letteratura, cinema, teatro – arricchisce lo storytelling negli eventi. Praticare l’improvvisazione sviluppa la flessibilità di rispondere quando i piani cambiano. Coltivare l’empatia approfondisce la capacità di comprendere ciò di cui il pubblico ha bisogno in ogni dato momento. Questi investimenti si ripagano in ogni evento, ogni cerimonia, ogni presentazione.
Gli eventi più significativi che ho condotto condividono un elemento comune: i presenti si sono sentiti parte di qualcosa più grande di loro stessi, connessi attraverso la narrazione alle persone intorno a loro e allo scopo più profondo dell’evento. Quella trasformazione, da individui isolati a comunità che condivide un’esperienza, è ciò che lo storytelling realizza quando fatto con cura e competenza.
Il valore duraturo della narrazione umana
Man mano che gli eventi continuano a evolversi (incorporando nuove tecnologie l’intelligenza artificiale, formati ibridi e aspettative culturali mutevoli) lo storytelling rimane la competenza essenziale che connette gli esseri umani a esperienze condivise. L’automazione potrebbe eventualmente gestire certi aspetti logistici della gestione eventi, ma lo storytelling sfumato, empatico e culturalmente consapevole che crea esperienze da ricordare rimane comunque umano.
Che si tratti di condurre eventi aziendali nella capitale italiana del business Milano, celebrare cerimonie simboliche di matrimonio nella campagna toscana, o presentare produzioni di intrattenimento in tutta Italia, il lavoro fondamentale rimane lo stesso: creare e portare al microfono narrazioni che trasformano momenti in ricordi, individui in comunità, ed eventi in esperienze che vengono ricordate a lungo dopo che tutti sono tornati a casa.
È anche per questo che rimango appassionato di questo lavoro dopo sedici anni. Ogni evento presenta una nuova storia da raccontare, una nuova opportunità di creare connessione e significato. La logistica conta, gli elementi tecnici contano, ma in definitiva è la storia – costruita attentamente, raccontata autenticamente, adattata responsabilmente – che fa la differenza tra un evento che funziona e uno che conta davvero.
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